Sì all’immunizzazione, ma con un po’ di timore per gli effetti collaterali

Nonostante la voglia di partecipare alla campagna contro il Covid gli italiani rimangono un po perplessi sui possibili effetti collaterali di alcuni farmaci somministrati

A tutta birra, ecco come si aspettano gli italiani che proceda la campagna vaccinale. L’espressione gergale deriva dal fatto che nell’antichità la birra sembra venisse usata per dare energia ai cavalli. E il vaccino potrebbe essere in effetti qualcosa di molto simile, che ridà energia al Paese. Intervistati in una indagine realizzata dal nostro Ufficio studi insieme a Nomisma, 9 italiani su 10 hanno dichiarato che sono pronti a farsi vaccinare.

Certo ci vogliono i distinguo. Il 41% assicura che è disposto a farsi somministrare qualsiasi tipo di vaccino, ma più di uno su due, vorrebbe poter scegliere il farmaco. Come è intuibile, Astra Zeneca paga il prezzo più alto della recente comunicazione poco trasparente e coerente in tema di effetti collaterali, il 25% lo rifiuterebbe. Poi un intervistato su 10 solleva dubbi sullo Sputnik e non mancano i diffidenti anche verso gli altri vaccini.

Certo si assottiglia il gruppo dei contrari che in questa indagine raccolgono solo l’8% di italiani che dichiarano che non vogliono assolutamente vaccinarsi. Mentre quel 92% che sceglie di mettersi in coda, accetta anche luoghi alternativi per la vaccinazione, come l’azienda. Tra gli occupati, il 76% è in qualche modo propenso alla vaccinazione sul lavoro. Uno su due confida nella vaccinazione aziendale e il 39% di questo 53%, ritiene che si debbano vaccinare tutti i dipendenti senza distinzione di contratto. E un 12% include anche i familiari dei lavoratori.