Speranza! Ecco cosa cerchiamo nell’anno che verrà

In un sondaggio abbiamo chiesto quali sono le previsioni per l'anno che è iniziato da poco. Il risultato è che abbiamo ancora in testa le stesse parole del 2016: speranza e cambiamento. E anche se il 2017 vedrà ridursi i consumi nazionali, gli italiani si confermano innovatori, 9 su 10 vogliono provare nuovi prodotti

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Un Paese che sta alla finestra e che, passati gli anni bui della recessione, spera nel futuro ma stenta a metterne a fuoco i dettagli. E’ la fotografia dell’Italia 2017 scattata con il sondaggio di fine anno e le previsioni sui consumi 2017 del “Rapporto Coop” redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) con la collaborazione scientifica di Ref. Ricerche, il supporto d’analisi di Nielsen e i contributi originali di GFK, Demos, Doxa, Nomisma e Ufficio Studi Mediobanca. Ora in versione completa dopo l’anteprima digitale dello scorso settembre.

Tra le parole con cui gli italiani descrivono l’anno che è appena iniziato persiste la triade che già aveva caratterizzato il 2016 ovvero “speranza” (la usa il 33% del campione, era il 33,8% un anno fa), “cambiamento” (12% a fronte di un 14,3%), “timore” (10% rispetto a un più robusto 14,2% del 2016).

Scostamenti però tutto sommato poco significativi a dimostrazione di una condizione di stallo che accomuna Italia e italiani. Ancora fra le parole più rappresentative del 2017 “ripresa” e “crisi” registrano l’identico indice di gradimento (entrambe sono state scelte dall’8% del campione) quasi come se l’una neutralizzasse l’altra e alla fine si rimanesse appunto fermi, né carne né pesce.  La speranza come una ciambella di salvataggio a cui si aggrappano tutti, con qualche sfumatura di genere (il 75% degli uomini utilizza aggettivi positivi per l’anno che verrà rispetto al 70% delle donne) e  analogamente sono più i giovani a inseguire il sogno del rilancio (78% dei Millenials contro il 74% dei Baby Boomers).

 

 

Tante incognite, ma un chiodo fisso: gli italiani amano sperimentare e a dispetto di un Paese fermo sono più innovatori di quanto si potrebbe pensare: il 93% dei campione intervistato nel sondaggio si dichiara incuriosito da nuovi prodotti e servizi. E così si scopre che a fronte di ipotesi tecnologiche future gli italiani vorrebbero più di tutto un supermercato senza casse, senza file che sfrutti il riconoscimento automatico (è interessato il 74%), segue la casa domotica (73%) e persino fa la sua comparsa nella lista delle preferenze il maggiordomo virtuale (lo vorrebbe testare il 43%).  Se poi si osserva da vicino i desiderata nel carrello della spesa il 100% italiano, quindi la provenienza sicura, è al top  – lo indica più del 20%- seguita però dal low cost (che sembra un diktat soprattutto nella fascia più giovane dai 18 ai 29 anni) –in media è al 14%- e ancora dalla ricerca del tipico/tradizionale (14,9%).

 

Quale caratteristica non può mancare ai cibi che mette nel carrello (%)


Ma scendendo dai desideri alla realtà il 2017 farà segnare un rallentamento del potere d’acquisto delle famiglie che fino al 2016 avevano potuto godere di fattori favorevoli ma transitori; di conseguenza il ciclo dei consumi, dopo un biennio a ritmi superiori all’1%, subirà una battuta d’arresto (la stima si attesta su uno 0,7%) dovuto  al rallentamento dei redditi e soprattutto alla  ripresa dell’inflazione. Nella top ten dei consumi in crescita figura la solita telefonia (+8%), gli acquisti tecnologici di computer e altri accessori (+ 7,3%), i servizi ricreativi (+ 2,8%); tra le voci che scivolano invece ancora più in basso nel gradimento degli italiani le spese per la manutenzione della casa, i giornali, i libri.

Lo stesso mood indirizzerà le intenzioni di spesa degli italiani e a guardare le singole categorie più della metà dei nostri connazionali non immagina di cambiare il proprio stile di vita. Le utenze, il carburante e le spese sanitarie sono i comparti dove il numero di famiglie che prevedono di spendere di più superano quelle che immaginano di risparmiare. Questo è vero anche per la spesa alimentare dove, per la prima volta dopo molti anni, gli italiani che contano di aggiungere valore al carrello alimentare (+13%) sono quasi il doppio rispetto a quelli che pensano di comprimere ulteriormente la spesa (+8%).

Il 2017 porterà probabilmente anche nuovo dinamismo nel mercato immobiliare e nei comparti ad esso collegati (arredamento ed elettrodomestici): in tempi di bassi tassi d’interesse e di turbolenza dei mercati finanziari ritorna prepotentemente la casa come sogno nel cassetto degli italiani. Rimarrà in crescita la spesa per i viaggi (la indica come spesa sicura o possibile l’80% degli italiani). I Millennials sono quelli che con più probabilità affronteranno questa spesa in futuro (85% contro il 73% dei Baby Boomers), insieme a chi ha maggiori disponibilità di spesa in generale (90% di delle famiglie con redditi elevati contro il 71% delle famiglie con redditi più bassi). Si spenderà per viaggi e vacanze con più probabilità al Nord e al Centro rispetto al Sud (80% e 85% contro il 78% di Sud e Isole).  E sono ancora i Millennials a spingere per l’acquisto di servizi legati a benessere e svago: iscrizione in palestra (prevista dalla metà dei giovani), abbonamento per il teatro o lo stadio (il 36% dei Millennials indica questa voce di spesa, contro il 27% della Generazione X), così come la sottoscrizione di abbonamenti di Pay TV (39% dei giovani contro 30% degli adulti e il 19% degli over 50) sono le tre dimensioni di consumo a cui i giovani non intendono rinunciare.

E la grande distribuzione che nel 2016 ha sofferto una lunga stagione deflattiva chiude l’anno in perfetta parità rispetto all’anno precedente beneficiando comunque di un piccolo miglioramento delle vendite registrato nelle ultime due settimane del 2016 e comunque non tale da non superare un +2% concentrato peraltro fortemente concentrato nei giorni pre-natalizi.

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