Ita vs Usa a confronto ai tempi della pandemia

In occasione delle consultazioni per l'elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti, ci siamo chiesti quali sono le differenze tra Usa e Italia, ma questa volta non potevamo prescindere dalla pandemia

Nonostante le polemiche delle ultime giornate sui nuovi lockdown, gli italiani sono convinti che il Paese abbia reagito bene alla pandemia e lo sono molto più dei cittadini Usa: 74% vs 47% degli statunitensi.  Una emergenza sanitaria peraltro che sembra aver fatto da collante al Paese, dove sono convinti che l’Italia sia più unita il 45% dei cittadini contro il 18% di chi vive in USA. 

Ma l’impatto economico invece accomuna le due nazioni, seppur così diverse e morde su entrambe le coste dell’Atlantico. Sono convinti che il Covid abbia inciso sull’economia familiare il 47% degli italiani e il 45% degli statunitensi, ma nell’Italia del mercato del lavoro bloccato da anni, il 49% di chi ha un’occupazione teme di perderla, contro il solo 36% negli Usa. E credono di acquisire skill per lavori del futuro il 76% degli statunitensi ma solo il 71% degli italiani.

Fanno gioco forse le proiezioni economiche che vedono la disoccupazione nel 2020 attestarsi intorno all’8,9% in Usa vs l’11% in Italia e crescere all’11,8% nel nostro Paese nel 2021, mentre scenderebbe al 7,3% in Usa. Dati differenti anche quelli del Pil, e che per altro premiano gli States, variazione del prodotto interno lordo stimata per il 2020: -4,3% Usa vs -10,6% Italia, e rispettivamente +3,1% nel 2021 in Usa vs +5,2% in Italia l’anno prossimo.

Sempre sul tema lavoro, gli italiani sembrano aver scoperto il lato positivo dello smartworking: un occupato su due vorrebbe lavorare da remoto e avere più flessibilità dopo la pandemia, contro un 48% degli statunitensi, sintomo che l’effetto reset del Covid, cioè l’accelerazione di alcuni processi come per esempio la digitalizzazione, ha impattato sicuramente in questo campo.

Il pessimismo degli italiani sulla situazione economica del Paese è invece ben più profondo di quello Usa (in indagini oltretutto svolte a settembre 2020 prima che iniziasse la seconda ondata di minilockdown italiana). La situazione economica nazionale è buona per solo un italiano su dieci contro un americano su tre. Questa stessa situazione migliorerà nel giro di 12 mesi per un americano su due e soltanto per un italiano su tre. L’indice globale di fiducia stimato da Ipsos è 49 in Usa vs 37 in Italia (su base 100). Certo gli italiani rimangono convinti più degli statunitensi della democraticità della società in cui vivono: per l’83% la democrazia è importante (contro il 73% Usa) e per il 54% l’Italia è un paese democratico contro il 49% Usa.

Rimanendo in tema di proiezioni sul futuro, istruzione e lavoro sembrano differenziare i due paesi. Il 68% degli italiani si dicono pessimisti rispetto al disporre di una occupazione ben retribuita in futuro, contro il 36% degli statunitensi. Solo il 36% degli italiani invece si dice pessimista rispetto al sistema di istruzione nazionale contro il 58% made in Usa. Le due coste dell’Atlantico si toccano invece quando si parla di gap tra ricchi e poveri, verso il quale si dice pessimista il 65% degli italiani e il 61% degli statunitensi. E sono pessimisti rispetto al sistema politico del proprio paese il 68% degli italiani contro il 63% degli americani. 

Dati reali e percezioni di economia a parte, il Covid sembra aver spaventato entrambe le coste dell’Atlantico. Si vaccinerebbero il 67% dei cittadini in entrambe le nazioni, con gli italiani che nel 44% dei casi pensano ad un vaccino disponibile già alla fine di questo 2020 vs il 34% degli statunitensi. In un lockdown in cui gli italiani sembra se la siano cavata meglio degli statunitensi dichiarandosi meno ansiosi, meno depressi, certo anche meno sportivi e un pochino più insonni, il cibo è rimasto un’ancora in entrambe le sponde dell’Atlantico con un cittadino su cinque delle due nazioni che dichiara di aver mangiato di più. 

Il tutto con gli Usa che percepiscono più degli italiani la possibilità di seconde ondate. Sentono come una minaccia l’incremento dei casi della pandemia il 78% degli statunitensi contro il 69% degli italiani. E per gli Usa è la minaccia più sentita, anche più degli  attacchi informatici (74% Usa solo 54% Ita), mentre per esempio per gli italiani il cambiamento climatico è una minaccia più grande della pandemia (83% gli italiani che la percepiscono come una minaccia contro il 62% Usa) seguita poi dall’incremento delle armi nucleari (una minaccia per il 73% in Italia contro il 65% in Usa).

L’ambientalismo degli italiani è nettamente più spiccato. Il 55% è convinto che il cambiamento climatico ha un elevato impatto sulla propria vita (sono il 24% in Usa) e l’81% degli italiani è convinto che il governo non stia facendo abbastanza per ridurne gli affetti contro il 63% degli statunitensi guidati dal governo Trump da 4 anni. 

Le differenti risposte date alla pandemia nelle due sponde dell’Atlantico, ridisegnano anche le dimensioni delle priorità di governo. Per 3 statunitensi su 4 la salute pubblica ha la priorità assoluta sulla crescita economica, mentre gli italiani sono più divisi: il 59% mette al primo posto la salute vs il 41% la crescita economica.

Nuovo sguardo post-pandemia anche su alcuni temi di geopolitica come la Cina. Dichiarano di averne una visione negativa il 73% degli statunitensi contro il 62% degli italiani. Il 64% degli intervistati in Usa è convinto che la Cina non abbia contrastato efficacemente l’epidemia Covid contro il 49% in Italia. Solo il 32% degli statunitensi è poi convinto che la Cina sia la superpotenza che domina il mondo contro il 57% degli italiani. 

E’ interessante notare come negli Stati Uniti la gestione della pandemia, che vista dall’Europa non sembra efficiente o efficace, non abbia intaccato la percezione che i cittadini hanno della loro nazione. Sono convinti che gli Usa siano migliori degli altri paesi dal punto di vista economico il 60% degli statunitensi (vs il 7% degli italiani), militare 80% Usa vs 24% Italia, del sistema politico 41% Usa vs 6% Italia, della scienza 61% vs 37%, tecnologico 63% vs 26% ed anche sotto il profilo della sanità, dove però la differenza si assottiglia con un 55% Usa vs 42% Italia.