Auguri Mamme

In occasione della festa del 14 maggio siamo andati a vedere chi sono le mamme italiane e quali problemi hanno. Con l’età media che cresce da venti anni e sempre maggiori responsabilità verso le generazioni più anziane, si fa sempre più necessario l’aiuto, in casa, anche dei papà

Sono i trent’anni, l’epoca in cui in media le italiane divengono mamme per la prima volta. Come vi avevamo raccontato nel Rapporto Coop, l’età media al parto è di 31,6 anni, il numero medio di figli per donna è di 1,35 e l’età media delle spose al matrimonio è di 30,7 anni.

Eppure stando ai dati Istat, ben un bambino su tre è nato da una mamma over 35. Il 33,7% dei nati vivi, sono stati partoriti da donne che avevano già compiuto il trentacinquesimo anno di età, un record storico che chiude circa un ventennio di crescita del dato. In sostanza le mamme italiane divengono genitori in età sempre più matura, rispolverando una vecchia tradizione che si riscontra solo tornando alle statistiche del secondo dopoguerra.

Le mamme più mature sono le residenti in Sardegna, che sono anche tra quelle che hanno il numero medio di figli più basso d’Italia. Le più giovani invece sono le mamme del Sud con in testa le campane, seguite da siciliane e calabresi. Certo le italiane sono tra le madri più mature d’Europa. Anzi, nel 2007 eravano al primo posto nella classifica dell’Unione Europea per quanto riguarda la percentuale delle nascite per mamme over 35. Ora mantengono sempre il podio, ma sono dietro Spagna e Irlanda.

D’altronde essere mamma in Italia non è facile. In un recente studio di Doxa ha definito i genitori compresi tra i 40 e i 55 anni come la generazione sandwich. Si tratta infatti di adulti schiacciati dall’impegno della cura di altre due generazioni: quella junior dei loro figli e quella senior dei loro genitori. In Italia, il 74% di loro si prende cura di almeno un senior, che spesso (nel 77% dei casi) abita a meno di dici minuti da casa.

Certo i mariti, grazie ad un cambiamento nella distribuzione dell’impegno familiare e grazie a nuove leggi che cercano di coadiuvare la genitorialità, iniziano a condividere gli impegni con le proprie mogli. Sempre Doxa ha realizzato uno studio sul congedo parentale, la legge che permette ai papà di astenersi dal lavoro per 180 ore nei primi sette anni di vita del bambino con una retribuzione del 30% del proprio stipendio. Secondo quanto indagato, 8 papà su 10 vorrebbero il congedo di paternità anche se soltanto il 21% ne ha già usufruito e quasi il 30% non è a conoscenza di questa possibilità. E in tutto questo, come vi avevamo già raccontato nel Rapporto Coop 2015, è la carriera delle donne a rimetterci. Una neo mamma su 5, a due anni dal parto, ha ormai rinunciato a rientrare nel mercato del lavoro.