Università italiane: Medicina, Architettura e Ingegneria le più promettenti

Una laurea aiuta a trovare un lavoro, certo in Italia non fa la differenza come invece nel resto d'Europa. La più promettente sembra essere la facoltà di Medicina anche se qualcosa potrebbe cambiare presto. Perché i Millennials che arrivano negli atenei in questi anni, stanno già riscrivendo i loro valori e il loro futuro
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Arriva settembre e quindi giunge il momento di iscriversi all’Università. Il dubbio per i giovani italiani è se proseguire o meno la formazione. Uno studio dell’ Eurostat del 2015 tra giovani 20-34enni, che negli ultimi cinque anni hanno conseguito un diploma di scuola superiore secondaria o livelli di formazione successivi, può essergli di aiuto. La ricerca dimostra che nonostante tutto, una laurea è utile.

I numeri raccontano che in quasi tutta Europa, i neolaureati sono più occupati dei loro colleghi con gradi di istruzione inferiore

Fa eccezione solo il Lussemburgo in cui il quasi 100 per cento dell’occupazione viene sfiorato dai diplomati con qualifiche superiori e non professionali. Nella media Ue i neolaureati superano l’80 per cento di occupazione, i neodiplomati professionali il 70 per cento e i neodiplomati generici il 60 per cento. (Nelle statistiche la formazione scolastica viene parametrata con il sistema Isced che divide l’apprendimento in 8 livelli. Il terzo indica ragazzi che hanno concluso un ciclo di studi superiori secondari e, a salire, i vali scalini raggiungono il livello 8 per l’alta formazione. I 20-34enni che hanno conseguito un titolo Isced livelli 3-8, sono i protagonisti di questa ricerca). E l’Italia è in fondo a questa classifica nell’Ue a 28, con i tassi di occupazione più bassi in tutte e tre le categorie  rispettivamente Isced livelli 5-8 con 57 per cento di occupati, Isced livelli 3-4 professionali con quasi il 43 per cento e Isced livelli 3-4 generici con poco più del 32 per cento. La media è del 48,5 per cento. Fa peggio di noi solo la Grecia con il 45,2 in media per cento degli occupati tra gli Isced 3-8 con età tra i 20 e i 34 anni.

 

Tasso di occupazione neolaureati e neodiplomati 20-34enni per Livello di Istruzione (%)

Certo la crisi ha cancellato ogni passo avanti che si era fatto nell’occupazione dei giovani laureati e diplomati italiani e europei. Dal 2005 al 2008 il tasso di occupazione dei ragazzi che avevano conseguito negli ultimi tre anni almeno un diploma, era arrivato all’86,9 per cento. Un tetto molto alto se si calcola che l’obiettivo che l’Unione Europea aveva stabilito in materia per il 2020, era l’82 per cento di occupazione. Un traguardo che all’epoca era però già molto lontano per l’Italia.

Nel 2008, l’occupazione dei nostri post diplomati o post laureati era intorno al 65 per cento

Ben lontana dalle best practice  dei nostri colleghi europei: come la Germania che era già oltre l’86 per cento o Malta quasi al 96. Poi nel 2008 l’arrivo della crisi economica e il crollo del dato. In tutta Europa ma soprattutto in Italia. Oggi neanche un laureato o un diplomato italiano su due ha un posto di lavoro. Contro il 95 per cento del maltesi, il 90 dei tedeschi e l’88 degli olandesi, in vetta alla classifica. In sostanza l’Italia, per essere al passo con i parametri dell’Unione, in 4 anni, dovrebbe recuperare 33 punti percentuali di occupazione di giovani formati con livelli Isced superiori al terzo.

 

Tasso di occupazione neolaureati e neodiplomati 20-34enni (%)

Ma come si può scegliere il proprio percorso universitario? I dati forniti da Alma Laurea sul grado di soddisfazione dei neo laureati italiani (da 1 a 5 anni dal conseguimento del titolo), può essere una buona mappa per orientare le proprie scelte. Se si cerca un buon stipendio, Ingegneria, le discipline scientifiche o Medicina sembrano le scelte migliori, con budget mensili che si aggirano tra i 1400 e i 1700 euro. Se si vuole trovare un’occupazione nel minor tempo possibile, Ingegneria, materie scientifiche o Architettura sembrano le strade più brevi, complici forse i tirocini. I neolaureati attendono in media dai 3 ai 7 mesi. Ma per chi vuole andare a colpo sicuro e non rimanere senza lavoro, è Medicina la risposta a ogni domanda con oltre il 95 per cento degli occupati in cinque anni, seguita subito da Ingegneria (94 per cento) e Economia o Statistica (90 per cento).

 

Guadagno Medio Netto Mensile a 1/5 anni dalla Laurea

Purtroppo, a quasi 50 anni dalle ultime lotte femministe in strada, rimane ancora evidente in tutta Europa l’esistenza del gender gap.

Secondo lo studio Eurostat, nel 2015, in 22 Stati membri dell’Unione, gli uomini sono più occupati delle donne

Fanno eccezione la Spagna, la Svezia e la Finlandia, in cui il differenziale praticamente non esiste; il Belgio, in cui le donne sono più occupate degli uomini, 81 per cento contro 78 per cento; la Francia in cui la forza lavoro femminile istruita è occupata al 73 per cento contro il 71 degli uomini; Cipro 69 contro 67 e la Croazia 63 contro 61. E l’Italia è in fondo anche a questa classifica con il 65 degli uomini con Isced 3-8 e età compresa tra i 20 e i 34, contro il 62 per cento delle loro colleghe donne.

 

Tasso di occupazione neolaureati e neodiplomati 20-34enni per Genere (%)

Eppure qualcosa sta cambiando e forse il cambiamento viene proprio da quella generazione del Millennials che cerca in questi anni di penetrare nel mondo del lavoro. Secondo uno studio sui valori dei nati tra gli anni ’80 e ’00, commissionato dall’Associazione Cooperative di Consumo del Distretto Tirrenico alla Kkienn Connecting Customers and Companies di Torino, sono proprio i Millennials la generazione che già vive nel futuro. Forse perché il presente gli è in parte negato.

L’80 per cento del campione dei 18-34enni italiani, vive ancora in casa con i genitori, il 60 per cento non ha un lavoro e più dell’80 per cento si dichiara pronto a emigrare all’estero

Eppure dalla ricerca fatta, emerge che i valori dei ragazzi sono cambiati. Alla conservazione tipica dei loro nonni si è sostituita la metamorfosi, continua e innata. Alla dimensione privata ricercata dai loro genitori, si è sostituita quella sociale. I Millennials sanno che devono avere capacità di adattarsi, di cambiare, di imparare cogliendo le opportunità offerte dalla modernità. Convivono con la possibilità di viaggiare, emigrare, integrarsi e confrontarsi con altri popoli e culture, sanno vivere la tecnologia digitale, espandere i diritti delle persone e le libertà individuali. Secondo lo studio ci troviamo davanti a una generazione “sociale” in cui le relazioni divengono un mezzo per la realizzazione individuale. Sociali sono anche i consumi; internet per informarsi e acquistare, il web per condividere esperienze e giudizi, engagement con le marche, shared economy e consumi esperienziali. L’immagine con cui lo studio chiude questo ragionamento sui Millennials rende la loro liquidità: “È il paradigma della superficie, della leggerezza e della velocità, dell’apertura e dell’umiltà, come un surfista che sa cavalcare l’onda di un mare sempre più mosso senza farsi travolgere.

Fonti: Eurostat, Almalaurea, indagine di Kkienn Connecting Customers and Companies per Associazione delle Cooperative di consumo del Distretto Tirreno a